Lontananze

Versi evocativi e intensi.

Confesso, ho letto più volte ogni pagina.
La prima per il piacere che deriva dal leggere bei versi. La seconda per addentrarmi in quelle pieghe, nelle luci e nelle ombre, negli echi che ogni parola lascia dietro di sé. E figurarmi, così, le immagini suggerite, evocate con discrezione, per concedere al lettore il piacere di rappresentarle nel proprio intimo.
I versi si susseguono come in un filmato, che scorre e si frantuma, in un impeto di parole, sillabe, sensazioni.
Sentimento senza fine e lontananza, nello spazio e nel tempo :"Le care mani paterne", "La dolcezza del silenzio di mia madre".
Il mare e il suo "mussare", che pare dare ritmo alle pagine.
La fragilità e la forza: "La luce di una candela ha guizzi insperati prima dell'agonia ". L'amore: "Ho un fuoco, sotto la cenere, d'amore inestinguibile ".
"Ora che ho intrapreso questo viaggio lungo come la vita non voglio più esser solo".
Versi che entrano sotto la pelle e vanno dritti al cuore, incisivi e potenti. A volte chiusi, spigolosi, in una forma di silenzioso pudore, di difesa dall'esterno. Ma, credo, non sempre la poesia va capita, più spesso va letta, assaggiata, goduta, respirata, condivisa.
Ecco, le poesie di Daniele Ricci sono questo, incanto delle parole.